Rifugio Averau - 5 Torri - Dolomiti - Cortina d'Ampezzo

Krampus, tra storia e tradizione

Le origini

Nelle zone di lingua tedesca, i Krampus sono dei diavoli travestiti che accompagnano San Nicolò (figura folcloristica derivata da San Nicola da Bari), nella tradizionale sfilata lungo le strade del paese (krampuslauf). Nel folklore il Krampus è una figura cornuta e antropomorfa descritta come “mezza capra, mezzo demonio” che durante le festività natalizie punisce i “cattivi”, a differenza di San Nicolò, che ricompensa il “buoni” con doni.

Questa tradizione è ora legata alla mitologia cristiana, più precisamente al vescovo San Nicola e al suo servitore Krampus (a volte anche noto come David il conte o nelle zone della Germania centrale come Knecht Ruprecht o “Ruprecht il servo”). Le origini sono però legate ai culti pagani pre-cristiani.

È un evento tipico delle festività natalizie nato più di 500 anni fa e tuttora festeggiato in Austria, Baviera, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia e Italia settentrionale

Aspetto

I Krampus sono uomini-caproni scatenati e molto inquietanti che si aggirano per le strade alla ricerca dei bambini “cattivi”. Anche se ne esiste una grande varietà la maggior parte condividono alcune caratteristiche comuni.

I Krampus sono pelosi, di solito marroni, neri, bianchi o grigi, e hanno gli zoccoli e le corna di una capra. Portano catene, pensate per simboleggiare il legame col diavolo della Chiesa cristiana accompagnate da campane di varie dimensioni. Le loro facce sono diaboliche e paurose in molte varianti.

Usano i ruten, fasci di rami di betulla per frustare la gente che incontrano. I rami di betulla sono spesso sostituiti da una normale frusta in alcune rappresentazioni.

A volte il Krampus appare con un sacco o un cestino legato alla schiena. Alcune delle vecchie cronache fanno menzione di bambini cattivi che vengono messi in queste ceste o sacche e portati via.

L’origine di questa usanza, mantenuta con fiero orgoglio in molti comuni facenti parte dell’area ex-austro-ungarica, si perde nella notte dei tempi.

Origini pagane

L’origine della figura di Krampus non è chiara; alcuni folkloristi e antropologi hanno teorizzato la sua origine in periodo pre-cristiano. Stando a quanto pubblicato nel 1958 da Maurice Bruce, giornalista e antropologo:

​“Non ci sono dubbi sulla sua vera identità dei Krampus, in nessun’altra tradizione si riscontra un legane con il Dio Cornuto così ben conservato. Il ruten (la frusta in betulla), a parte il suo significato fallico, può avere un legame con i riti di iniziazione pagani; che comportarono legami e flagelli come forma di morte. Le catene potrebbero essere state introdotte in un tentativo cristiano di “legare il diavolo”, ma potrebbero anche essere un residuo dei riti di iniziazione pagani.”

​Sullo stesso argomento nel 1975 la prestigiosa casa editrice per testi accademici John Wiley & Sons, pubblicò uno studio antropologico a cura di John J. Honigmann

“La festività di San Nicola che descriviamo incorpora elementi culturali ampiamente distribuiti in Europa, in alcuni casi risalenti ai tempi pre-cristiani. San Nicola stesso è diventato popolare in Germania intorno all’undicesimo secolo, mentre maschere di “diavoli” che agiscono in modo aggressivo e che infastidiscono le gente sono conosciuti in Germania almeno dal VI secolo mentre maschere che combinano lo spaventoso con il comico (schauriglustig) divennero popolari nel medioevo. Le comunità austriache che abbiamo studiato sono ben consapevoli degli elementi “pagani” mescolati agli elementi cristiani della festa di San Nicola e di altre tradizionali cerimonie invernali. Credo che i Krampus derivino dalla venerazione di un dio pagano, che è stato assimilato al diavolo cristiano.”

E plausibile che il dio pagano a cui si riferisce Honigmann sia Cernunnos, la cui più antica immagine si trova tra le Incisioni rupestri della Val Camonica, e risale al IV secolo a.C. Altra divinità preromana potrebbe essere Vidadus, venerato nell’area dell’odierna Bosnia

La figura di questi dei è stato poi facilmente romanizzata e identificata con il Dio Silvano.

Krampus in pista al Rifugio Averau - 5 Torri - Cortina d'Ampezzo - Dolomiti

Vidadus, mosaico dell’anno 540

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Dio Cernunnos, scolpito a Parigi intorno all’anno zero

Cartolina di fine 1800 di un Krampus con un Rutren di betulla

Dio Silvano, venerato nel phanteon romano e spesso assimilato ad altre divinità preromane

Culto del Dio Silvano

Silvano (dal latino Silvanus) è una figura della mitologia romana, è il dio delle selve e delle campagne, divinità protettrice della natura e delle attività agresti. Come le divinità antiche della natura selvaggia era considerato temibile e pericoloso per i neonati e le partorienti. Temuto e venerato dai contadini, era uso placare il dio prima di dissodare un terreno, con una triplice cerimonia che ne invocava la protezione sui pascoli, sulle dimore e sui terreni stessi

​Una delle poche cose di cui si è a conoscenza è che il culto del Dio era legato al solstizio invernale e che il suo culto era vietato alle donne. L’ aspetto era umano, ma con cosce e gambe di caprone e corna sulla fronte.

 A Cortina, sulle pendici del monte Faloria (anticamente chiamato Mondeciasadió) salendo da Fraina verso Mandres sulla parete basale della montagna, spicca una caratteristica incisione sulla roccia, un rettangolo squadrato che appare come un’enorme porta. E’ la Porta del Dio Silvano, vetusto luogo di culto pagano e meta turistica di rango nell’Ottocento, oggi frequentata di rado.

Krampus in pista al Rifugio Averau - 5 Torri - Cortina d'Ampezzo - Dolomiti

Porta del Dio Silvano, sul monte Faloria

La Cristianizzazione

Le figure di Krampus persistevano alla cristianizzazione della popolazione, così nel XVI secolo i Krampus furono incorporati definitivamente alle celebrazioni invernali cristiane. I Paesi dell’ex Impero degli Asburgo hanno in gran parte preso in prestito la tradizione dei Krampus che accompagnano San Nicola il 6 dicembre dal ducato d’Austria, slegandola così del tutto dall’originale solstizio d’inverno.

Per dare un senso alla cristianizzazione di un culto pagano così distante dalla liturgia cattolica la chiesa inventò una leggenda dal nulla:

Si racconta che tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei piccoli paesi di montagna si travestivano usando pellicce formate da piume e pelli e corna di animali. Essendo così irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste necessarie per la stagione invernale. Dopo un po’ di tempo, i giovani si accorsero, però, che tra di loro vi era un impostore: era il diavolo in persona, che approfittando del suo reale volto diabolico si era inserito nel gruppo rimanendo riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra.

Venne dunque chiamato il vescovo Nicolò, per esorcizzare l’inquietante presenza. Sconfitto il diavolo, tutti gli anni i giovani, travestiti da demoni, sfilavano lungo le strade dei paesi, non più a depredare ma a portare doni o a “picchiare i bambini cattivi”, accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male.

Ovviamente San Nicola, originario di Bari e vescovo di Myra, nell’odierna Turchia, non venne mai nelle alpi, ma questa improbabile leggenda bastò a “legittimare” la figura

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Krampus nei primi del 1900

A destra, icona russa di San Nicola di Bari, vescovo di Myra, del 1294

La festa di San Nicola

La Chiesa cattolica ricorda San Nicola di Bari, vescovo di Myra, il 6 dicembre. La festa che si svolge principalmente nell’arco alpino avviene la vigilia, per cui la sera del 5 dicembre. In questo caso viene ricordato come San Nicolò ed ha come culmine una sfilata per le vie del paese. La sfilata solitamente segue questo ordine: in primis sfila lo stesso Santo, a piedi o su di un carro, distribuendo dolci e caramelle ai paesani; a seguire i Krampus, una masnada di diavoli inferociti, armati di fruste e catene.

È curioso che a mascherarsi secondo la tradizione, e a volte anche in abiti femminili, sono esclusivamente gli uomini. Ma il Krampus, può essere anche femminile, e in questo caso si chiama Krampa. Probabilmente anche questo deriva dall’esclusione delle donne dagli originali culti pagani di Cernunnos/Silvano.

La festa inizia con il vescovo San Nicolò che interroga i bambini e si mostra con una folta barba bianca. Con i coloro che nel corso dell’anno si sono comportati bene, egli sarà generoso di regali, tra i quali dolci, mentre per quelli che non si sono comportati bene, ci sarà un brutto rimprovero e il carbone. Oltre a questo compito, San Nicolò deve placare le ire dei Krampus nei confronti degli spettatori, a volte aiutato da angeli.
I Krampus, infatti, si mostrano selvaggi, violenti e inferociti. Rincorrono, fra urla, mugugni e grida, i bambini, i ragazzi, ma anche gli adulti e i più anziani, spingono la gente, dando frustate con i ruten di betulla.

Appena il sole tramonta, San Nicolò scompare dalla sfilata, lasciando incontrollati i diavoli (Krampuslauf).

Storia moderna

In Austria dopo le elezioni del 1932, la tradizione di Krampus fu proibita dal regime di Engelbert Dollfuss del Fronte Patriottico (Vaterländische Front) e dal Partito cristiano-sociale. Secondo il quotidiano inglese Times, negli anni ’50 il governo austriaco ha distribuito opuscoli intitolati “i Krampus sono per gente malvagia”.

Anche nel nord Italia la tradizione fu perseguitata dal regime fascista, poiché considerata troppo austriacante.

Verso la fine del secolo si è verificata e continua tutt’oggi una rinascita popolare delle celebrazioni specialmente nel Tirolo e in Baviera. Contemporaneamente si è vista la rinascita di una tradizione artigianale locale di maschere di legno intagliate a mano.

Dal 2006 in Austria è nata la discussione se i siano Krampus appropriati o meno per i bambini, arrivando addirittura a proporre nel paese di Gresten un divieto di celebrazione. Ad oggi comunque non esiste nessun divieto nei confronti di quest’antica tradizione.